Questa è una email che ho ricevuto dalla nostra comune amica Andala in risposta ad un mio sfogo riguardo all’insensibilità nei confronti dei più deboli, dei non autosufficienti, delle disabilità più gravi.
E’ talmente bella che mi fa piacere condividerla, dopo aver eliminato le parti ‘personali’.
Ringrazio di cuore Andala per le sue bellissime parole e per la sua grande umanità.
L’articolo, seppur pubblicato da me, è di Andala.
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(…..) C’e una cosa che quel ” bambino perfetto e bellissimo ” fa quotidianamente.
Una cosa che a volte si percepisce nel silenzio, a volte nelle grida.
Noi esseri umani siamo nati animali sociali, con precise regole di vita e sopravvivenza.
Ci sono madri, padri, nonni, fratelli e zii…
Ci sono ‘sos biginos’ (trad. i vicini) , altri membri della comunita’, ognuno con compiti e responsabilita’ precisi.
Noi esseri umani, evoluti e saggi, creiamo regole e strutture che dovrebbero agevolare la nostra vita quotidiana.
Addirittura votiamo persone e leggi che costituiranno le regole e istituzioni, pagate con parte del nostro sudore, in modo che la nostra comunita’, fatta di persone di ogni eta’, necessita’ e salute fisica e mentale, venga trattata con rispetto e umanita’ e ci sia di supporto in momenti di debolezza o bisogno.
Quel bambino, ora giovane uomo, fa, perfettamente e bellamente, da giudice silenzioso a quella societa’.
Dal parente piu’ stretto al vicino di casa, al sindaco, ministro, presidente, magistrato, postino, avventore nella pizzeria a fianco: tutti dovrebbero dare il loro contributo affinche’ i fardelli sulle spalle di ogni essere umano, siano leggeri. L’autismo di tuo figlio e’ una condizione complessa, le sue incognite difficili da gestire, le sue peculiarita’ spesso incompatibili con lavoro-vacanze-quotidianita’.
Ma quello che rende tutto cosi’ pesante, cosi impossibile, cosi debilitante, deprimente, triste e richiede sforzi sovraumani, non e’ il suo autismo ma l’altrui egoismo, indifferenza, ignoranza e paura.
Non ho mai creduto ad una societa’ in cui il padre e la madre sono gli unici responsabili per i propri figli. Non ho mai creduto (e le mie esperienze di vita confermano questo ogni giorno), che “la famiglia” sia composta da Maria Giuseppe e Gesu’.
La famiglia siamo tutti e se uno manca all’appello, i fiori si seccano, i vetri della finestra si rompono.
Se troppi mancano all’appello, parenti, Stato, istituzioni, la casa in cui viviamo diventa isolata, diroccata, combatte contro tempeste e furie da sola.
Quel bambino, ora giovane uomo, e’ perfetto,bellissimo E autistico. Solo nel contributo di tutti puo’ dimostrare la sua bellezza e diversita’. E voi, come genitori, goderne. Non vi dara’ figli, non vi dara’ una sposa, ma con supporto concreto, informato, gratuito e istituzionalmente ritenuto necessario, importante e utile, vi darebbe spazio di essere non solo “genitori 24ore su 24 di un ragazzo autistico”, ma esseri umani che respirano, si riposano, viaggiano, coltivano le loro passioni e talenti da individui.
Questo in una societa’ sana, umana ed equa.
Tuo figlio punta un dito invisibile ma assordante, sul fatto che Stato, Sindaco, vicini, concittadini e parenti, abbiano dimenticato o mai saputo che ” no man is an island”.
Si fanno passi avanti su piccolezze, ce ne frega tanto se invece di handicappato si usa ” diversamente abile”.
Si da’ il contentino alla ggente perche’ mettono un bambino affetto da Down nelle pubblicita’ per i biscotti.
Al diavolo queste perle di vetro lanciate a chi sta’ annegando.
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Nessun uomo è un’Isola,
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
(…)
– John Donne –
